Le "cioche", ovvero i campanacci accompagnano da millenni la vita dei pastori e delle comunità alpine: strumenti nati per orientare mandrie e greggi, sono diventati nel tempo simboli identitari delle culture pastorali. Il loro suono non è solo utilitaristico, ma rappresenta una vera e propria “musica del paesaggio”, capace di evocare emozioni, raccontare il legame con la montagna e scandire i ritmi della vita contadina. Per i malgari, ogni rintocco è un segnale: indica lo spostamento, l’umore, la compattezza del gruppo. Per gli animali stessi, i campanacci sono un punto di riferimento, soprattutto durante la transumanza, quando la marcia collettiva viene guidata dal suono più profondo del capo gregge.
Alla Festa della Transumanza di Borno, i campanacci assumono un valore ancora più forte: diventano premio, riconoscimento e simbolo di gratitudine verso le aziende agricole che ogni anno rinnovano con impegno questa tradizione. Il suono delle “cioche” che riempie le vie del paese non è soltanto festa, ma memoria viva di un patrimonio che unisce generazioni, radicando l’identità di un territorio che continua a vivere attraverso i suoi animali, i suoi pastori e le sue montagne.
Fiora I.: Pecore
Az. Agr. Omela: Manze - Vitelle - Asini
Az. Agr. Antichi Sapori: Mucche - Asini - Capre - Pecore - Pony
Soc. Agr. Miorini: Manze - Vacche
Az. Agr. Gheza Andrea: Mucca
Az. Agr. Il Quadrifoglio: Vacche - Cavalla - Puledro - Pecore
Az. Agr. Magnolini Silvano: Vacche
Baccanelli Maurizio: Mula
Az. Agr. Nonna Ausilia: Manze
Az. Agr. Freal: Capre
Az. Agr. Arici Graziolo: Mucche - Cavalli
Fiora O. e I.: Cavallo - Asini
Rivadossi L: Mucca
Az. Agr. Miorotti: Mucche - Vitelle